La storia

Centro agricolo dell’Alto Monferrato sui contrafforti collinari compresi tra le valli della Bormida e dell’Orba.
Occorre attendere fino al 1164 per trovare, in un diploma della cancelleria imperiale, l’espressione “Ambo Carpineta” con la quale venivano indicati sia il sito dell’attuale Carpeneto, sia quello di Montaldo, al momento meno importante del primo, tanto da non possedere ancora un nome autonomo.
Lo stesso fenomeno è ravvisabile ancora alla fine del XII ed inizio XIII secolo quando il marchese Bonifacio di Monferrato chiedeva ad Alessandria la restituzione di Sezzadio, di S. Salvatore e “Utriusque Carpaneti”.
Il 21 agosto del 1203 Bonifacio firma un patto con gli alessandrini, ai quali accorda varie concessioni, tra le quali la metà della località “Utriusque Carpaneti”. La cerimonia di investitura avviene il 17 settembre sia a Carpeneto che a Montaldo (detto Carpeneto inferiore).
Montaldo viene citato espressamente, secondo il Rossi, nel 1348 in un atto stipulato tra gli alessandrini e Luchino Visconti.
In quest’epoca il luogo di Montaldo risulta occupato dal marchese Tommaso Malaspina.
D’altronde tra la metà del ‘300 e l’inizio del ‘500 si era fatta molto attiva la presenza milanese, che si inseriva nel delicato equilibrio creatosi tra il marchesato del Monferrato, la Repubblica di Genova ed i così detti feudi imperiali (connessi, questi ultimi, ad infeudazioni dirette da parte imperiale fin dai tempi del Barbarossa).
In seguito il paese di Montaldo ritornerà sotto la giurisdizione di Alessandria.
Con decreto del Re d’Italia Vittorio Emanuele II in data 01 febbraio 1863, il Comune di Montaldo fu autorizzato ad assumere la denominazione di Montaldo Bormida. (Clicca qui per visualizzare l’atto.)
A Montaldo c’era un castello circondato da mura con circostante fossato; l’accesso era ad est, a mezzo di un ponte levatoio. Verso ovest invece era difeso da un pendio molto scosceso.
Distrutto probabilmente nel XVI secolo, i suoi ruderi furono più tardi usati per costruire la chiesa parrocchiale.
Unico avanzo delle antiche mura e delle opere di difesa è un mastio che ancora oggi guarda la zona di terreno dove esisteva un fossato, trasformato ora in campo da gioco per il tamburello.
Oltre al mastio esistono oggi solo alcuni toponimi che ricordano l’antica fortezza quali “il ponte”, dove esisteva il ponte levatoio (oggi Piazza Gollo), la via Sottocastello (oggi Via Aldo Moro già via Sottocastello) ed il nome “fossato” dato ad un pozzo, ora chiuso, presso il campo da gioco di tamburello.
L’attuale chiesa parrocchiale di Montaldo Bormida venne costruita nel 1686 utilizzando il materiale di recupero della demolizione del castello.
L’intitolazione è a San Michele Arcangelo ed alla Madonna del Rosario.
Tra gli arredi più rimarchevoli un Cristo morto di antica fattura, che veniva portato nella processione del Venerdì Santo,ed un affresco del 1857 intitolato “Natività” dipinta da Pietro Ivaldi di Ponzone detto “il Muto”. Della primitiva chiesa, di origine assai più antica ed edificata all’interno del castrum, rimangono alcuni resti inglobati nell’attuale casa canonica, che rimandano alla cultura romanica.
Un ulteriore edificio religioso, dedicato a San Rocco ed alla SS. Annunziata, è collocato all’interno del borgo, nel sito del castello, in una pittoresca cornice di edifici medioevali.
Ormai distrutta e sconsacrata la chiesa di San Michele, ubicata in aperta campagna.
L’economia di Montaldo Bormida si basa prevalentemente sull’agricoltura. la coltura della vite e la produzione di vino ne costituiscono l’ossatura portante.
Da annoverare la Cantina Tre Castelli nata nel 1955.
I principali vini prodotti sono il Dolcetto di Ovada, il Barbera del Monferrato ed il Cortese dell’Alto Monferrato.
CENNI STORICI e FEUDALI
Nel 1172 apparteneva ai Marchesi di Gavi, sotto la protezione del Comune di Alessandria, cui, nel 1202, gli uomini di MONTALDO giurarono fedeltà. Il predominio alessandrino fu contrastato da Genova, che nel 1234 richiese la consegna del Castello. Fu Feudo dei Malaspina, tornando poi sotto la giurisdizione di Alessandria. Il Marchese Bonifacio I infeudò MONTALDO BORMIDA a Federico della Valle, a Trisobbio il 6 luglio 1488.
Giovanni Maria, Mario, Daniele ed altri della Valle ne vendono a Sebastiano Ferrari, Conte d’Orsara,28/78 il 3 ottobre 1605.
Il figlio Ottavio Ferrari vende a Barnaba Centurione il 19 febbraio 1635; la figlia Giovanna Centurione è investita col marito Gerolamo Spinola il 27 febbraio 1659.
Il figlio Barnaba Spinola dona a Pallavicino Giovanni Carlo il 26 agosto 1759 MONTALDO BORMIDA.
La Chiesa, dedicata a San Michele Arcangelo, fu eretta a Parrocchiale nel secolo XVI.